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E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti?Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand'era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare» (Evangelo di Luca 24,2-7)

 

Perché un angelo rotolò la pietra dalla tomba? (Matteo 28,2). Forse fu necessario per permettere a Gesù risorto di uscire fuori dal sepolcro?  Personalmente credo che questa idea, seppure scontata, esula dallo scopo della narrazione biblica sull’evento della risurrezione; poiché il Vangelo ci fa vedere il Gesù risorto attraversare addirittura i muri.  Un dato di fatto straordinario che l’Apostolo Giovanni ci tiene a sottolineare nel suo Vangelo, quando dice: “la sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentreerano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro…E ancora: Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro… (Giovanni 20,19.26).

Beh, sembra chiaro che il Cristo risorto non era affatto impedito da ostacoli fisici.

C’è una straordinaria verità che Luca (cfr Matteo 28,6) intende porre in risalto: la pietra venne tolta non perché Gesù potesse uscire dalla tomba, ma  affinché i discepoli vi potessero entrare. Si, lo scopo era l’ingresso dei Suoi discepoli (le donne-discepole prima) nel sepolcro. E ancora: la pietra venne tolta non perché Gesù potesse risorgere, ma affinché ognuno sapesse che Egli era risorto. Quella mattina, le donne prima (Luca 24,10), Pietro e altri discepoli poi (Luca 24,12) guardarono nel sepolcro vuoto e videro soltanto “il luogo dove l’avevano posto”.

Venite con me, amici lettori, e, seguendo i discepoli, scendiamo pian pianino nella tomba che Giuseppe Arimatea ha messo a disposizione per seppellirvi il corpo di Gesù:  una nuova e grande buca nella roccia, poco distante dal Calvario. Il cuore aumenta i suoi battiti, proviamo una strana sensazione: una qualche silenziosa e invisibile “presenza” nell’aria; ci prende un po’ di paura (il timore della morte emerge ogni qual volta ci avviciniamo a luoghi di sepoltura dei morti). Ma giunti in fondo alla tomba, all’ultimo gradino, senza farci notare seguiamo con lo sguardo i discepoli che si fermano davanti a dei pannilini giacenti per terra. Cosa vedono? Cosa vediamo… Niente! Cosa ci aspettavamo di vedere! Poi ricordiamo: “E’ la tomba del Salvatore; è vuota, poiché è soltanto il luogo dove lo avevano posto”.

Amici, questa è la scoperta più gloriosa della vita: la vittoria riportata dal nostro Signore -e Salvatore- sulla morte. Con la risurrezione, un forte raggio di luce che non potrà mai essere eclissato splende nella notte dell’umanità[1].

Quel primo giorno è indubbiamente “l’alba più gloriosa della storia dell’umanità”. Si tratta di un giorno che non conoscerà mai alcun tramonto.

Questa luce del Signore e Salvatore risorto può invadere –se glieLo chiedi- il tuo cuore. 


…e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede (1Cor. 15, 14).

 

Se non vi fosse stata resurrezione non ci sarebbe chiesa cristiana. Nel Vangelo di Giovanni (cp.2 v.22) leggiamo che i discepoli credettero alla Scrittura e alla parola di Gesù.

 

Il fatto soprannaturale e glorioso della risurrezione lascia grandi ed evidenti segni nel cristianesimo. Un Salvatore risorto dai morti non può che essere un Salvatore soprannaturale. La sua resurrezione stabilisce la veridicità del cristianesimo. E ciò è anche prova che tutto quello che Egli ha fatto e ha detto era ed è verità inconfutabile!

Questo forte raggio di luce, satana ha sempre cercato di eclissare. Infatti, sono tante le tesi contro la risurrezione di Gesù, tantissime le menzogne. E voglio subito farvelo notare a partire dal Vangelo.

Mentre quelle andavano, alcuni della guardia vennero in città e riferirono ai capi dei sacerdoti tutte le cose che erano avvenute.  Ed essi, radunatisi con gli anziani e tenuto consiglio, diedero una forte somma di denaro ai soldati, dicendo: “Dite così:“I suoi discepoli sono venuti di notte e lo hanno rubato mentre dormivamo. E se mai questo viene alle orecchie del governatore, noi lo persuaderemo e vi solleveremo da ogni preoccupazione”.

Ed essi, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute e quella diceria è stata divulgata tra i Giudei, fino al giorno d'oggi. (Matteo 28,11-15)  

I soldati romani non avrebbero mai dormito in gruppo mentre erano in servizio. Se fosse successo, sarebbero stati mandati a morte “in gruppo”. E ancora, come è possibile affermare: “i discepoli hanno rubato il corpo…”, contemporaneamente alla confessione: “dormivamo”?

Pur di poter smentire la risurrezione, alcuni pensano fosse sufficiente mettere in dubbio la Sua morte. “Gesù non era veramente morto –dicono- ma soltanto svenuto e poi rinvenuto al fresco della tomba”.

Per affrettare la morte, ai condannati in croce venivano spezzate le ossa. I soldati romani (esperti nel riconoscere la morte…) non ritennero necessario farlo a Gesù, perché si resero conto che il suo decesso era già avvenuto. Tuttavia gli forarono il costato: la lancia inflitta nel fianco all’altezza del cuore aveva come scopo squarciargli questo organo vitale per provocare la morte nel caso questa non fosse ancora avvenuta. Non sono un medico, ma il sangue e il liquido simile ad acqua, mi dicono degli amici medici, è un sicuro sintomo di decesso.

Bisogna ancora tenere in considerazione che per concedere l’autorizzazione di seppellire il corpo di Gesù, Pilato si assicurò di persona dal Centurione  che Gesù era veramente morto (Giovanni 19, 31-35 cfr Marco 15, 44-45).

 

Supponendo che Gesù non fosse morto alla croce, poniamoci le seguenti domande:

Un uomo flagellato malvagiamente e percorso, inchiodato e trafitto nel costato, chiuso in una tomba, senza cibo, acqua e cure mediche, avvolto in 30 kg di panni di lino, era nelle condizioni favorevoli ad una auto-rianimazione?

E poi, Cristo avrebbe dovuto liberarsi da solo dei panni di lino; spostare la pietra di due tonnellate; sopraffare la guardia romana; camminare per km con i piedi forati; apparire ai discepoli in condizioni tali da far credere loro di aver vinto la morte.

Beh, necessita più fede per credere alla teoria dello svenimento che alla risurrezione!


La teoria più blasfema per negare la resurrezione corporale di Gesù è quella è dell’inganno divino (non è possibile un’altra definizione). Proviene da una setta pseudocristiana che, sostenendo la tesi della materializzazione di corpi, da parte di Gesù, per ogni circostanza in cui apparve, si chiede: “…che fine, allora, fece il corpo di Gesù?”.

 

Già il fondatore del movimento a suo tempo affermò che si disintegrò o divenne gas, mentre dichiarava che  “l’uomo Gesù è morto, ed è morto per sempre!” Gli attuali  seguaci affermano che “eliminare il corpo di Gesù non fu un problema per Dio”, e che addirittura lo fece “sparire dalla tomba per rafforzare la convinzione nei discepoli che Gesù era stato veramente risuscitato”. Una tale menzogna non appartiene alla fede cristiana (1Corinzi 15,14.17) e non ha niente a che fare con la verità (vedi 1 Giovanni 2,21).

 

Potrei ancora elencare altre teorie. Gli increduli possono ancora costruirne in grande quantità. La tomba vuota le sgretola tutte! Ma torniamo alla Scrittura.

Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l'ho annunziato; a meno che non abbiate creduto invano. Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli(1Corinzi 15, 1-7).

 

Sono inoltre convinto che con l’incessante predicazione dei discepoli, annunciante la morte e la risurrezione di Cristo, i Giudei davanti alla pur minima possibilità di una menzogna da parte dei cristiani a riguardo, avrebbero rimosso cielo e terra per mostrare il cadavere di Gesù, quindi dimostrare che non era risorto, e che il non poterlo fare costitui una forte prova della Sua resurrezione dai morti.

Ora la Pasqua, quella vera, che è Cristo (1Corinzi 5,7), vuole ricordare che Gesù mori e si carico dei nostri peccati, ma vinse la morte ed è vivente.

Festeggiando la Pasqua il popolo di Israele ricordava la liberazione dalla schiavitù in Egitto. In Gesù noi siamo liberati dal mondo e dal peccato che ci tenevano schiavi, liberi dal giudizio, perché chi crede in Lui non è giudicato (Giovanni 3,18) e fin da ora esperimenta la gioia della vita eterna.